SPAREGGIO

PROMOZIONE IN SERIE A

H. VERONA - CATANZARO 1-0

Terni, 26 Giugno 1975

 

Nel 1973-1974 l'Hellas Verona finì la stagione al quart'ultimo posto evitando così la retrocessione, ma fu condannato alla Serie B durante i mesi estivi a causa dello "Scandalo della telefonata" in cui furono coinvolti il presidente della squadra Saverio Garonzi e un ex, Sergio Clerici. L'Hellas Verona ritornò comunque subito in Serie A in virtù dello spareggio disputato e vinto a Terni contro il Catanzaro (1-0).

Nel Campionato di Serie B 1974-1975 l'Hellas Verona terminò la stagione a 45 punti, appaiato al terzo posto con il Catanzaro. Lo spareggio tra l'Hellas Verona ed il Catanzaro venne disputato il 26 giugno 1975, allo stadio Libero Liberati di Terni. Vinsero i gialloblu, con un gol al 25' del primo tempo di Mazzanti.

 

Fonte Hellastory.net

Il Verona in quella stagione: Garonzi non ci sta, chiama a raccolta tecnico, squadra e tifosi, c'è un orgoglio ferito e una dimensione da preservare: Verona deve tornare immediatamente nella massima categoria. I giocatori più rappresentativi (Zigoni, Maddè, Luppi, Sirena, Busatta, Franzot, Nanni) sono un lusso incredibile per un campionato disputato tra i cadetti; eppure sono tutti uniti alla riconquista della serie A. Quando si dice che una volta esistevano le bandiere, ci si riferisce anche a questo. Garonzi rinforza ogni reparto con qualche giocatore di categoria e porta a Verona un grande campione del passato: Angelo Domenghini (28 presenze e 3 reti) , grande ala destra vicecampione del mondo in Messico. 

Cadè propone una formazione molto offensiva: conferma il giovanissimo Giacomi in porta, inventa Maddè nell'insolito ruolo di libero, lascia in copertura solo l'esperto Nanni e il coriaceo Gasparini (38 partite per lui, sempre presente), mentre tutti gli altri devono creare gioco per Luppi e Zigoni (cannoniere gialloblu con 9 reti su 33 gare): capitan Sirena con le sue impetuose scorribande sulla fascia sinistra e le numerose conclusioni da fuori area, il dinamismo di Busatta a destra e di Franzot a sinistra, le geometrie di Mazzanti, la vivacità di Turrini e di Vriz, la classe assoluta di Domenghini. Il Verona è una spettacolare macchina da guerra che fa risultato. Alla fine del girone di andata i gialloblu sono al 2° posto con 26 punti alle spalle del Perugia (28) e davanti a Brescia e Novara (23). E' chiaro però, a questo punto, che gli avversari cominciano a prendere le misure al Verona, rispondendo con la dinamicità e la grinta alla classe e alla tecnica veronese. Cominciano i primi problemi, qualche pareggio e una sconfitta, e Garonzi viene convinto (dai Calcio Club) ad esonerare Cadè, pur essendo la squadra saldamente al 2° posto in classifica, e a mettere al suo posto Mascalaito, fino a pochi mesi prima, giocatore gialloblu. Non è mai stato chiarito ciò che accadde. Certo che la scelta di rinunciare a un allenatore competente ed esperto per uno al suo debutto assoluto lascia ancora oggi molti interrogativi. Anche perché le cose non cambiano affatto con il nuovo allenatore. Ci si mette di mezzo anche il famoso rapimento di Garonzi a complicare il corso del campionato. Tutto, come sempre accade, si risolve nelle ultime partite e il finale è al cardiopalma: a 3 giornate dal termine, il Perugia (forte di giocatori del calibro di Nappi, Frosio, Curi, Vannini e l'ex gialloblu Savoia), già promosso in serie A, espugna il Bentegodi grazie ad alcune ingenuità tra i pali di Giacomi; la domenica successiva i gialloblu regolano 1 a 0 il pericoloso Catanzaro; ma crollano poi, nell'ultima partita di campionato a Como per 2 a 0, consentendo così ai lariani di ottenere una insperata promozione. Classifica finale: Perugia 49 punti, Como 46, Verona e Catanzaro pari a 45 si devono giocare la serie A con uno spareggio. 

DAL NOSTRO INVIATO. Terni, 26 giugno. Andare in trasferta a Terni a vedere uno spareggio, all'età di circa 10 anni, ha il sapore di una favola o di un'impresa mitica. Oggi, io non permetterei tanto ai miei figli, visto quello che accade negli stadi. Pullman zeppi di famiglie, sportine con panini al salame e aranciata al seguito, canti alpini e una serie A da giocarsi in 90'. Della partita non ricordo molto, solo che il Verona attaccava sicuro della sua maggiore classe, e che il Catanzaro non mollava di un metro, fortissimo in difesa (solo 18 reti subite in 38 gare). L'unico pericolo poteva venire dal loro pericoloso numero 11, Palanca, marcatissimo però da Gasparini. Ma quando, al 25' Zigoni apre a Luppi che si invola sulla destra e centra per il gigantesco Mazzanti, scopro in quel momento la presenza dell'uomo giusto nel posto giusto. Stop, tunnel ad un avversario e sventola angolata irraggiungibile per l'imbattibile Pellizzaro. 1 a 0 e di nuovo serie A! Un tempo per gestire le scarse fiammate offensive del Catanzaro, privo di Spelta il suo bomber più esperto, e per tentare il raddoppio in contropiede. Poi, solo tensione per quei minuti finali che non passavano mai e l'orgoglio di dire, ancora bambino: «Io c'ero!»

Tabellino: Verona (4-3-3) Porrino; Nanni (Cozzi dal 68'), Gasparini, Maddè, Sirena; Busatta, Mazzanti, Franzot; Luppi, Zigoni e Vriz. 
Catanzaro (4-3-3) Pellizzaro; Silipo, Maldera, Vichi, Ranieri (Papa dal 16'); Banelli, Vignando, Braca; Nemo, Piccinetti e Palanca. 
Arbitro: Gonella. 

Mazzanti
Mazzanti
Sirena, Domenghini, Nanni, Mazzanti,  Cattaneo, Giacomi. Zigoni, Vriz, Gasparini, Turini, Maddè. Porrino, Cozzi, Menichini, Busatta, Franzot, Taddei, Fagni, Luppi.
Sirena, Domenghini, Nanni, Mazzanti, Cattaneo, Giacomi. Zigoni, Vriz, Gasparini, Turini, Maddè. Porrino, Cozzi, Menichini, Busatta, Franzot, Taddei, Fagni, Luppi.